Perchè non io?

Di ARCA

Un uomo con entrambe le mani protese verso il cielo.
"Perché io?" deve essere la domanda più egoistica mai posta. (Fotografato da Bashar Al-Ba'noon)

Qualcosa che ho notato da molto tempo ormai, è come, quando le persone sperimentano sofferenza e tristezza, una cosa molto comune che ci troviamo a dire è: "Perché proprio io?" Sono malato, perché io? Ho appena perso il lavoro, perché io? Mia moglie mi ha lasciato, ho perso tutto quello che ho avuto, perché io, perché io, e così via. "Perché io?" deve essere la domanda più egoistica mai posta.

Sembra che sentiamo che la sofferenza non ha il diritto di entrare nelle nostre vite. Dei miliardi e miliardi di esseri pensanti, siamo meno meritevoli delle nostre difficoltà e difficoltà. Mi chiedo ancora perché è così. Per non dire che non ho riflettuto sulla stessa domanda molte volte nella mia giovane vita: colpevole come accusato! Nasciamo, invecchiamo e moriamo. Sperimentiamo varie forme di sofferenza prima, durante e dopo ciascuna di queste fasi dell'esistenza, del tutto inevitabili. Cerchiamo costantemente modi e mezzi per rendere la vita piacevole per tutto il tempo, ma sembra che più ci sforziamo di migliorarla, peggio diventa effettivamente.

L'altro giorno mi stavo guardando allo specchio e ho notato che avevo una generosa spolverata di capelli grigi sulla testa. La mia prima reazione è stata: "Perché io? Ho solo 28 anni. Sono troppo giovane per questo!” Poi ho capito quanto suonassi patetico a me stesso. Le cose potrebbero davvero andare molto peggio.

Come praticante del Buddismo Mahayana (Grande Veicolo), il "Perché io?" è ancora più egoista che in un contesto mondano. Le persone che praticano il Mahayana stanno imparando, praticando e sperimentando le cose per sedare la sofferenza degli altri, di tutti gli altri. Per una persona che desidera calpestare il bodhisattva (persona che ha coltivato il desiderio di raggiungere l'illuminazione per il bene di tutti gli esseri), la domanda che dovremmo davvero porci, quando vediamo la sofferenza degli altri, è: “Perché non io? Perché non posso prendere su di me la loro sofferenza?” È veramente mio desiderio vedere il dolore e la sofferenza alleviati.

Dobbiamo trovare un modo per alleviare la sofferenza degli altri senza pensare di apparire cattivi agli altri. Finché sappiamo che stiamo sinceramente cercando di aiutare, le opinioni negative degli altri non contano.

Grazie per il vostro tempo, che stiate tutti bene e felici.

Persone incarcerate

Molte persone incarcerate provenienti da tutti gli Stati Uniti corrispondono al Venerabile Thubten Chodron e ai monaci dell'Abbazia di Sravasti. Offrono grandi intuizioni su come applicano il Dharma e si sforzano di essere di beneficio a se stessi e agli altri anche nelle situazioni più difficili.

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